Il mio rapporto con la matematica è cominciato nei primi anni 80, quando ho iniziato a frequentare la scuola materna presso le suore del mio paese. Nei pochi ed offuscati ricordi che ho, emerge la passione per le famose "costruzioni" da cui non mi separvo mai nè a scuola nè a casa: ero capace di trascorrere ore ed ore a costruire castelli ed animali, era una sfida con me stessa e poi mi incuriosivano le infinite possibilità di combinazioni che potevano crearsi, volevo sperimentarle tutte! Altri giochi con cui mi dilettavo erano quello dei "chiodini" , con cui costruivo forme geometriche, e il mitico "pongo"che utilizzavo in svariati modi. Avendo poi una grande ed innata passione per il disegno, passsavo tutto il tempo a disegnare e colorare: oggetti, persone, fiori e continuamente riempivo, pur non sapendo ancora scrivere ( sapevo riprodurre solo il mio nome!) e conoscendo solo pochi numeri, riempivo pagine e pagine di quaderni con scarabocchi e, ogni tanto, qualche lettera e qualche numero, di cui però ignoravo ancora l'utilizzo.
Stessa cosa facevo con cartoncini e forbici: triangoli, cerchi e quadrati...sarà per questo che in geometria sono molto più brava che non in algebra o aritmetica?
Il passaggio alla scuola elementare fu per me un momento di gioia e di grande curiosità: ricordo con affetto e tenerezza l'atteggiamento e il metodo didattico della mia maestra-nonna, che al 4° anno ci lasciò per andare in pensione. Per quanto riguardal'insegnamento della matematica la spiegazione dei vari argomenti veniva presentata in forma ludica e non ho avuto particolari difficoltà, ma soprattutto ricordo le famose "gare di tabelline", con tanto di premio (caramelle ovviamente!) e la mia paura di sbagliare nonostante avessi studiato.Inoltre ricordo pagine e pagine di quaderni con esercizi per casa e problemi: se non capivo qualcosa da sola o non riuscivo ad eseguire operazioni, mi facevo aiutare da mio padre, appassionato di matematica. Nello stesso periodo due cugini più grandi di me, avevano acquistato il "Cubo di Rubik", diventato famosissimo in quel periodo come rompicapo, inizialmente usato da matematici per scopi didattici: fu amore a prima vista, non so se per i colori, per la forma (le passioni ritornano a galla!), per dinamicità con cui si potevano creare delle combinazioni, non so cosa mi colpì, ricordo solo che ci passavo ore ed ore, ed appena potevo, lo sottraevo a loro di nascosto fin quando non mi è stato regalato. Un altro gioco con cui mi dilettavo insieme a mia sorella, e che ho continuato a fare fino al periodo del liceo, erano i "puzzle": io preferivo quelli geografici, città e spazi aperti, lei invece quelli più naturalistici con fiori ed animali.Tornando alle elementari, l'ultimo anno arrivò un maestro molto preparato ma soprattutto appassionato di matematica, scienze e studi sociali: ricordo la mia grande passione durante le ore di laboratorio, in cui mettevamo in pratica non solo ciò che avavamo studato sul libro, ma soprattutto ciò che derivava dalla nostra quotidiana e diretta esperienza...quanti grafici, interviste, rappresentazioni, esperimenti!Tutto questo sotto gli occhi sconvolti dei genitori per la didattica rivoluzionaria, per quel periodo, del nostro maestro! Alle medie, purtroppo la mia esperienza con la matematica fu disastrosa a causa di un insegnate che si limitava alla classica spiegazione alla lavagna, assegnando esercizi sul libro e verificando pochissimo le competenze: un trauma per me, perchè non capivo, avevo paura di chiedere perchè, se lo avessi fatto, mi avrebbe mandato alla lavagna a svolgere gli esercizi per casa che io ovviamente non ero riuscita a fare. Per non parlare poi di scienze...in maniera approfondita non sapevo nemmeno che cosa fosse: mai una spiegazioni, mai un esperimento, nulla di nulla. Grazie a questo meccanismo perverso la mia scela per le superiori: liceo classico , con pochissima matematica. Contemporaneamente alla frequenza della scuola media mi ero iscritta al gruppo degli scout del mio paese e li ho appreso tantissime tecniche in cui l'uso della matematica è indispensabile: topografia, astronomia, abilità manuali di falegnameria, pittura. Insomma tutta questa messa in pratica delle mie(scarse) nozioni matematiche cominciavano finalmente a prendere forma, grazie ai lavoretti e alle esperienze che vivevo. In particolare ricordo che mi ero fissata sul voler costruire un aquilone: quanti pomeriggi passati a fare prove, prendere misure, tagliare, costruire rombi! Durante il biennio del ginnasio la musica non cambiò poi più di tanto, le due insegnati di matemetica che ho avuto(una per ogni anno) erano giovanissime ma, al di la della loro effettiva preparazione, poco inclini ad ascoltare quelle che erano le reali ed effettive esigenze della classe, in cui esistevano numerose lacune in quasi tutti gli studenti, compresa me!Anche questavolta, il metodo d'insegnamento, che dovrebbe essere importantissimo, si rivelava un flop. Allo stesso tempo però, cercavo di recuperare il tempo perduto, grazie ad una mia amica e compagna di classe appassionata di questa materia, con cui ci vedevamo il pomeriggio per fare i compiti e studiare. Inverosimilmente però, studiando il latino e il greco e facendo le versioni, mi sono resa conto che queste due materie, umanistiche per antonomasia, sono di una precisione e meticolosità nell'applicazione, da fare invidia al metodo scientifico!Io però continuavo ad andare bene nelle materie letterarie e ad arrancare in matematica. Al liceo invece, qualcosa si mosse quando arrivò una nuova insegnante che proveniva direttamente dal liceo scientifico: utilizzava una terminologia specificatamente matematica ma, nonostante questo, le sue spiegazioni erano chiare e semplici e molto pratiche, a lei interessava che noi imparavamo a ragionare, mandandoci sempre alla lavagna per esempi e dimostrazioni, le interessava che non trascuravamo la sua materia ed apprezzava gli sforzi, anche minimi. A me in particolar modo mi aveva presa a cuore: iniziamente in modo dolce, poi, quando contemporaneamente aveva in un'altra classe anche mia sorella, di 3 anni più piccola di me ed essendo lei bravissima in matematica, puntò tutto sulla sana competizione.
Le sue parole mi facevano riflettere...mi faceva piacere per mia sorella che era brava ma...perchè io non mi applicavo?Mica ero stupida?Bhè piano piano ho cercato di rimontare applicandomi un pò di più ma non nego che le tante lacune del periodo delle medie non sono stata mai colmate....le interrogazioni di matematica però restavano un incubo, nonostante a volte fossi preparata, ero come bloccata in quanto se poco poco la prof si allontanava dalla lezione giornaliera io restavo muta!Mi appassionai però alla fisica!Mi piaceva perchè era molto pratica e poteva essere sperimentata quotidiamante...e poi perchè era una materia che rivalava il perchè di molte mie curiosità. Infatti in pagella...il voto di fisica era sempre superiore a quello di matematica!Starno ma vero!La sceltà dell'università è stata diretta conseguenza del liceo classico...e chissà cosa sarebbe successo se invece avessi intrapreso uno studio scientifico! Durante gli anni universitari ( e permane ancora oggi!)è poi accauta una cosa che non mi sarei mai aspettata: mi sono appassionata totalmente al computer e al magico mondo dell'informatica...in tutte le sue forme!Dai programmi base di videoscrittura a quelli di montaggio dei video, dai programmi di fotoritocco (altra mia grande passione, la fotografia!) al mondo virtuale e a portata di mano di Internet!Che invenzione meravigliosa!!!Ed io, appassionata di viaggi come sono...visto che, ovviamente, non riuscirà a diventare un'astronauta...sono diventata un internauta a 360° e un giorno insegnerò matematica e scienze alle Scuole Primarie!
Strana la vita!
Bhe, vorrei concludere in "matematichese", dicendo che un buon apprendimento della matematica per un ragazzo, la sua voglia di scoprirla e di capirla (dalle scuole primarie, alle scuole secondarie di ogni grado) è direttamente proporzionale al metodo, alla passione, alla competenza e alla chiarzza del suo insegnante!